Le persone valgono più delle facciate

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Caro Direttore,
dopo sei anni che i torinesi si chiedevano perché c’erano i ponteggi a Porta Nuova e nessuno lavorava, oggi si legge la notizia che si spenderanno cinque milioni di euro per coprire con un telo la facciata, in vista dell’esposizione della Sindone e della visita del Papa in città. 

Ci si chiede: ma non sarebbe meglio destinarli per opere sociali, per chi soffre a causa della disoccupazione o perché è senza casa, piuttosto che buttarli via in questo modo? 

Come è possibile continuare in questa nostra cara Italia «lo sfascio sociale» in cui ci si preoccupa delle apparenze e non si risolvono mai i veri problemi, specie dei più poveri ed emarginati? 

Chi abita vicino a Porta Nuova sa per esempio che parecchi negozi hanno chiuso o chiuderanno, perché nonostante le buone intenzioni, non si può trasformare una stazione in un supermercato o in un centro commerciale. 

Sarebbe ora che, prima di fare progetti faraonici, si ascoltasse il buon senso dei cittadini che sono davvero stufi di essere malgovernati e oppressi da una tassazione sempre più gravosa e oppressiva che distrugge il piccolo commercio. 

Chi ha deciso di coprire la facciata della stazione spendendo inutilmente questi soldi si è chiesto che cosa pensa la gente di questo? 

Ancora una volta questi sprechi rivelano la povertà interiore e morale di tanti dirigenti che occupano posti di grande responsabilità sociali. 

Come è possibile lasciare vagare, specie intorno alla stazione, centinaia di senza tetto e preoccuparsi dell’estetica della stazione? 

Se lo sapesse il Papa che cosa penserebbe di questa città che dovrebbe avere, grazie alle tradizioni sociali del passato, un alto senso delle priorità per creare le condizioni di una vita più giusta e più umana? 

Speriamo che chi ha deciso per il telo destini immediatamente questa somma per il bene sociale e, se proprio si sente oppresso per i ponteggi, metta un cartello con su scritto «Le persone valgono di più delle facciate»! 

Don Mario Foradini

 

articolo originale su "La Stampa"