Leggere e diffondere il giornale con convinzione

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DonMarioCarissimo Direttore, vorrei semplicemente invitare i Sacerdoti, e in modo particolare i Parroci, a diffondere con grande impegno e sincerità di cuore, il giornale.

 

Mi chiedo se nei nostri ambienti ecclesiali della Diocesi, specialmente nelle Parrocchie, non sia possibile abbonare tutti i membri dei Consigli Pastorali, i Catechisti/e, gli Animatori, i Ministri dell’Eucaristia, i Lettori, gli appartenenti ai vari Gruppi Biblici, Famiglia, di formazione, gli scout per una sensibilizzazione e una collaborazione più unitaria.

Non si può collaborare, se non si conosce con chi e in che cosa si collabora: si rischia una vera frantumazione pastorale!

Il giornale Diocesano è la “voce primaria” dell’Arcivescovo, attraverso cui la Sua voce di Pastore, può giungere al cuore di tutti, per una vita fraterna comunitaria, dando luce di saggezza e orientamento unitario al cammino.

Deve essere “la palestra dell’esperienza cristiana” per uno scambio positivo ed efficace, della vita cristiana, qui e oggi. La “vittoria settimanale della speranza”, più forte della paura, della solitudine, dello scoraggiamento umano, spirituale e pastorale.

Ma soprattutto la “voce profetica” che si apre all’azione dello Spirito che vive nel profondo di ogni uomo e di ogni cuore.

Guai se il giornale non raccoglie l’eco di quanto c’è nel profondo e i germogli che ogni giorno sbocciano… Faccio un esempio lampante: che gioia grande leggere come l’Osservatore Romano sta commentando la Lettera del card. Pellegrino “Camminare insieme”!

Se non è un dono per la nostra Diocesi questo …dopo tanti travagli e sofferenze… non solo pastorali! “Sono le idee che generano le convinzioni”, non viviamo solo di emozioni e sensazioni effimere, superficiali e frammentarie.

Ogni sforzo che si fa per “creare una sintesi unitaria di verità da vivere insieme”, è un dono grande per una società sempre più liquida e disorientata. “Non di solo pane vive l’uomo”, ma quanti trascurano oggi la “carità dell’aiutare a pensare, a capire, a discernere?

E’ necessario che la Diocesi, intesa come comunità di credenti, sottolinei le priorità del “pensare insieme”, per “camminare insieme veramente”! “Non si può volere, se prima non si conosce ,,,” non dimentichiamo che l’ignoranza è il male più grande!

Proporrei concretamente, una riflessone comunitaria con questa domanda: “come è possibile che un Giornale Diocesano abbia solo 5000 abbonamenti”?

Come diffondere il Giornale coinvolgendo il più possibile le forze delle Associazioni, dei Movimenti, delle Congregazioni operanti in Diocesi?

Articolo di Don Mario pubblicato su "La Voce e il Tempo"